Safeguarding

SAFEGUARDING POLICY

Il D.lg. n. 39/2021 ha previsto l’obbligo per le Associazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate, gli Enti di Promozione Sportiva e le Associazioni Benemerite di redigere, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, le linee guida per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.

Le Associazioni e le Società sportive affiliate predispongono e adottano modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva nonché codici di condotta ad esse conformi. Tali modelli e tali codici sono aggiornati con cadenza almeno quadriennale e tengono conto delle caratteristiche dell’Affiliata e delle persone tesserate. Ai sensi dell’art. 16, comma 4, del d.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021, le Associazioni e le Società sportive affiliate già dotate di un modello organizzativo e di gestione ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 lo integrano con i modelli organizzativi e i codici di condotta di cui al comma precedente.

Le disposizioni normative e quelle regolamentari richiamano l’attenzione sui modelli di organizzazione gestione e controllo di cui al D.Lgs 231/2001, è  introdotta la sanzionabilità degli enti in caso di commissione di reati da parte di soggetti ad essi collegati, apicali o subordinati, che possano comportare un qualsiasi vantaggio all’ente medesimo.

L’art. 1 del D.Lgs. 231/2001 ha individuato, tra i soggetti destinatari della normativa, gli enti forniti di personalità giuridica, le società e le associazioni prive di personalità giuridica; ed è proprio sulla scorta di questa previsione che il D.Lgs. 39/2021 ha esteso l’obbligatorietà dei MOCAS a tutte le società e associazioni sportive.

Safeguarding è definito come il processo di protezione delle persone vulnerabili, bambini e adulti, da molestie, abusi e discriminazioni.

Gli obiettivi del Safeguarding sono anche quelli di garantire un ambiente sicuro e accogliente in cui tutti siano valorizzati e rispettati ovvero congiuntamente, disporre pratiche di prevenzione, contrasto e sanzione di qualsiasi condotta discriminatoria, forma di abuso e/o sfruttamento sulla persona, in ogni ambito, per ragioni di razza, origine etnica, religione, età, genere e orientamento sessuale, idee politiche, status sociale, disabilità e risultati delle prestazioni sportive.

I Modelli di cui all’art. 4, D.Lgs. n. 231/2001 delle Linee Guida CONI, stabiliscono funzioni, responsabilità, nonché requisiti e procedure per la nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni e ne garantiscono la competenza, nonché l’autonomia e l’indipendenza, anche rispetto all’organizzazione sociale.

I Modelli garantiscono al Responsabile, alla Commissione federale responsabile delle politiche di Safeguarding, nonché alla Procura federale se competente, l’accesso alle informazioni e alle strutture sportive, anche mediante audizioni e ispezioni senza preavviso, nonché favorendo la collaborazione dei tesserati e di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo alle attività sportive. anche

Le Linee Guida CONI non individuano le funzioni del Safeguarding, ma si limitano a rinviare al contenuto del Modello per individuare le funzioni a questo attribuite.

Pertanto, in considerazione delle competenze che questi deve avere non solo ispettive tecniche, ma anche di conoscenza dei rischi reato che il Modello vuole prevenire nell’ottica di un trattamento rispettoso e dignitoso delle vittime, può certamente ritenersi che egli debba espletare le seguenti funzioni:

  • ascolto ed accoglienza delle vittime ed informazione sulle misure adottate dalla società per prevenire i fenomeni di abuso e discriminazioni e violenze fisiche e psicologiche;
  • fornire informazioni alle vittime, sul tipo di supporto psicologico e legale a cui possono accedere, indicando alle vittime sportelli di accoglienza, centri antiviolenza, servizi sul territorio a cui rivolgersi;
  • monitorare le politiche di contrasto a tali fenomeni adottati dalla Società e monitorare i rischi reato e suggerire correttivi e implementazioni di protocolli e azioni mirate;
  • monitorare che la Società abbia adottato misure idonee a garantire la massima diffusione e pubblicizzazione delle politiche di Safeguarding e, in particolar modo, delle procedure per la segnalazione di eventuali comportamenti lesivi o, comunque, inosservanti dei suddetti protocolli organizzativi e gestionali;
  • verificare che la società abbia definito le responsabilità in ambito endoassociativo in materia di prevenzione e contrasto di abusi, violenze e discriminazioni;
  • verificare che la società abbia adottato dei canali di comunicazione sicuri e riservati, affinché la vittima possa comunicare con il Safeguarding e denunciare l’eventuale abuso subito; verificare che la società abbia previsto nel MOGC dei flussi informativi per la verifica delle attività potenzialmente a rischio e che le comunicazioni ivi previste siano effettivamente inviate nei termini indicati al Safeguarding dai relativi Responsabili;
  • verificare che la società abbia adottato un sistema sanzionatorio anche in ambito endoassociativo, derivante dalla violazione delle disposizioni e dei protocolli in materia di abusi, violenze e discriminazioni e che questo sia efficacemente attuato;
  • verificare che la società abbia dato pubblicità tramite i propri canali del MOGC, del codice etico e del regolamento attuato dalla società e dei codici di comportamento nonché dei contatti del Safeguarding.
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